domenica 7 febbraio 2010

Lettera aperta all'Assessore Cuffaro, giugno 2000

La moltiplicazione virtuale di Cuffaro

Onorevole Assessore Cuffaro. 

Ci risiamo. Non creda che io mi diverta più di tanto a scriverLe - gira gira - sempre sullo stesso tono. Il fatto è che Ella non mi dà la minima possibilità di demordere,
anche se, a dire il vero, non sono molto incline a lasciar correre. Del resto neanche Lei è da meno; ed è infatti il Suo tenace attaccamento alla causa che mi preoccupa e mi spinge ad intervenire ancora una volta.

E, per ricominciare, partirei da una vecchia storia della quale non abbiamo più parlato a causa dei rinvii a Lei ben noti: si tratta della solenne bufala da Lei personalmente ammannita ad un uditorio non totalmente formato da gonzi, in occasione della conferenza legata alla manifestazione denominata “Archeolio”, svoltasi a Castelvetrano nello scorso maggio. Ella dunque, in quella occasione, probabilmente ispirandosi a qualche fresca notizia di stampa (e deformandola), affermò euforicamente che i valori delle esportazioni di olio d’oliva dalla Sicilia, erano balzati nell’ultimo anno da quaranta a quattrocento miliardi di lire. Rivelazione questa, indiscutibilmente da Guinness dei primati! Fosse stata vera la nuova, in Sicilia non potrebbe esistere una poltrona adeguata a contenere un campione del Suo calibro, capace di indurre nell’economia di un paese incrementi di questa portata. Evidentemente Ella, non appagata dal ventaglio di poltrone che La attende, non si fa scrupolo di andare al di là di ogni ragionevole delirio, cercando di emulare – e surclassare - nostro Signore Gesù Cristo: un colpo d’ala che La ha avvicinata al redentore ed ha sbalordito chi ha avuto modo di osservare il Suo acrobatico volo. Gesù moltiplicò i pani e i pesci per una volta sola, Ella tranquillamente moltiplica i miliardi ogni volta che lo reputa necessario. Solo che però una certa più che sfumata differenza fra i due miracoli esiste. I pani e i pesci di nostro Signore sfamarono le moltitudini, non essendo la fame tanto facilmente placabile da cibi esclusivamente virtuali, mentre i Suoi miliardi, questi sì virtuali, non hanno lasciato la benché minima traccia nelle desolate tasche degli oleicoltori siciliani.

Personalmente comunque, tengo ad affermare che la Sua interpretazione puzza maledettamente di volgare, arrogante mendacio. E Le spiego perché arrogante: Ella, poco consapevole del ruolo che ricopre, poco o niente controllando quel che dice, non rendendosi conto dell’insulto che arreca a tutti coloro che dal Suo operato politico, ed amministrativo soprattutto, aspettano un minimo di soluzione ai problemi gravissimi che li attanagliano, nel propinare loro notizie ad effetto ma totalmente false, non mostra altro che una più che arrogante strafottenza per le loro disgrazie e per le loro intelligenze. Null’altro quindi che la Sua noiosa tecnica, buona per i creduloni e per tutte le occasioni. L’ho cercata, la notizia, nella stampa specializzata di casa nostra, ed anche in quella mondiale che Ella sicuramente, per dovere istituzionale, legge tutte le mattine, ma non ne ho trovato la minima traccia: evidentemente, ancora una volta deve essersi trattato di pura invenzione: di una di quelle “sparate” a Lei tanto congeniali. In ogni caso, non è tollerabile sentire certe affermazioni cervellotiche dal  responsabile del dicastero specifico, che si diverte a disinformare, raggirandoli, gli operatori ansiosi di conoscere le soluzioni alle proprie tragedie, piuttosto che annunciare loro numeri e progetti concreti, se mai ce ne siano. Ella, in quell’occasione, non ha sicuramente dato, come semplicisticamente forse credeva di dare, una iniezione di ottimismo ai poveri produttori presenti. Li ha invece brutalmente trattati da perfetti sottosviluppati, in quanto li ha fatti sentire colpevoli del fatto che, in un mercato decuplicato (nella Sua fantasia), non c’erano che loro a ritrovarsi con una quantità di olio invenduto, questa sì molto superiore alle annate precedenti.

Da quì le ragioni per le quali alla fine della conferenza, richiesto di un mio commento, ho dichiarato alla gentile signora intervistatrice di Rete Sei che Ella, Onorevole Ministro della Regione Sicilia, era un gran bugiardo; si inventava dati inesistenti dei quali non era in grado, allora come ora, di citare la fonte ufficiale (non mi risulta, a proposito, che ci sia un dicastero, in tutta la struttura regionale, capace di fornire statistiche aggiornate degli anni correnti); che la sola crescita che conoscevo nel settore oleicolo era quella relativa alle inefficienze del Suo assessorato. Che inoltre, somma malafede, non forniva i dati sulle importazioni di olio (comunitario e non), queste sì, purtroppo, in forte aumento.

La Sicilia, nel migliore dei casi, non commercializza quindi olio nostrano, bensì olio proveniente dalle più disparate località del mediterraneo, grazie beninteso a certe strutture sorte con i finanziamenti del Suo assessorato che sarebbero dovuti essere finalizzati esclusivamente all’incremento del consumo del nostro prodotto. Occorre  una buona dose di faccia tosta, con tali premesse, per presentarsi ad una adunanza di persone perbene che, in assenza di alternative alla Sua politica, confidano in tempi che non verranno mai. Quanta tristezza, caro Onorevole! Si sente Ella sempre tanto fiera del Suo operato?

A questo punto comprenderà che, essendo trascorso abbondantemente il primo termine, da Lei stesso concordato con la responsabile della suddetta televisione locale, per dibattere pubblicamente questo ed altri problemi dell’oleicoltura, e trascorso anche il termine successivamente differito per via dei Suoi impegni legati alle alchimie di governo, vecchie e nuove, non mi rimane che prendere atto del Suo disinteresse e, anche stavolta, affidarmi al primo generoso mezzo di diffusione che vorrà ospitarmi. Con l’aggiunta però di una viva speranza: che un’anima buona (mi pare che qualcosa, ultimamente, si sia profilato all’orizzonte), da qualche parte, riesca a fermare l’opera Sua nefasta (unitamente a quella di certi responsabili del Suo inespugnabile feudo) con il necessario ausilio di un robusto pettine fine, prima ancora che, al riparo del Suo nascente partito, Ella possa continuare impunemente ad operare menzognere moltiplicazioni da capogiro. Alla faccia della marea di siciliani che La gratificano del loro suffragio! Certi andazzi, ben si sa, dalle nostre parti non conoscono limiti di tempo. E di decenza. E la Sua indifferenza per le tante, serie problematiche delle quali ho avuto occasione di scriverLe più volte, docet ad abundantiam.

Con i sentimenti di sempre

Gianfranco Becchina



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