domenica 7 febbraio 2010

Lettera aperta all'Assessore Cuffaro, luglio 1999 (la prima!)

LETTERA  APERTA   ALL’ONOREVOLE  TOTO’  CUFFARO
ASSESSORE  ALL’AGRICOLTURA NEL GOVERNO DELLA REGIONE SICILIA

Egregio Assessore,

non posso non replicare alla Sua recente lettera, confidenziale ed in perfetto burocratese, non datata, proveniente dalla Sua sede istituzionale, pervenutami attraverso il servizio postale a ridosso delle elezioni, con la quale mi informa degli strepitosi successi delle Sue intuizioni.

Grazie a Lei ho finalmente capito che non smetterò mai di stupire me stesso. Se continua così, la mia credulità finirà con lo sconfinare nel patologico. Pensi che ero convinto della genuinità del Suo furore georgico degli ultimi tempi, ne ero anzi entusiasta. I Suoi successi apparivano tanto travolgenti da suscitare persino un certo rimpianto per il ritardo con il quale si era materializzato nel panorama siciliano un così straordinario valorizzatore dei nostri prodotti agricoli.

Non passava giorno senza che la Sua  immagine apparisse sulla stampa quotidiana, rigorosamente isolana, per annunciare novelle sempre più liete: successi veronesi di qua, Zonin di là, Berlino e New York, bagni di folla in occasione di partecipazioni a manifestazioni notoriamente affollatissime per conto loro, oltre che di curiosi, del fior fiore degli operatori mondiali. Quelli, per intenderci, che potrebbero risolvere molti dei nostri problemi legati all’economia agro-alimentare, e che, neanche a farlo apposta, alla fine rimangono caparbiamente affezionati alla concorrenza. Chissà perché. Forse sbagliamo l’approccio. Oppure non abbiamo con la qualità dei nostri prodotti, e con il modo di ottenerla, tutta questa familiarità che si dice.

Acqua passata, comunque, per quel che mi riguarda. D’un colpo, dopo la sua lettera, l’arcano non è stato più tale, la Sua travolgente passione per il successo del “made in Sicily” non è piú apparsa tanto svincolata, come sarebbe stato giusto, da un contingente interesse elettorale. La valanga di consensi da Lei ottenuti, alla cui inadeguatezza l’Europa, ne sono certo, finirá pur per rassegnarsi, sembra costituire infatti  il risultato più concreto della Sua recente, frenetica attività promozionale. Brilla invece per la sua omissione, una doverosa valutazione, nonché informazione, di tutta l’azione di conquista dei mercati, non trattandosi evidentemente di materia riservata sibbene pertinente a tutto un mondo di addetti ai lavori. L’assessorato  di cui Ella è a capo, Le rammento, ha delle finalità che non armonizzano con una informazione monca del suo elemento più qualificante: un rendiconto costante e dettagliato a tutti gli operatori del settore, che devono pur fare le proprie valutazioni prima di avventurarsi nei mercati del mondo. Ella, che deve avere sicuramente curato le molte fasi del progetto promozionale, farebbe bene a comunicarci il bilancio effettivo della Sua crociata, soprattutto in termini di incremento dello scambio commerciale con le varie aree geografiche dove Le è riuscito di introdurre i nostri prodotti, in modo da consentirci una migliore programmazione delle nostre future iniziative, che potrebbero anche proseguire lungo la strada che Ella sostiene di aver tracciato così bene. Nella Sua lettera, infatti, al di là di qualche occulto proposito, non vedo altro che un autoincensamento, senza un minimo supporto che non sia privo di concretezza. Non vedo nemmeno sfiorata una sola delle tante problematiche legate al mondo agricolo che potrebbero, come minimo,  toglierle il sonno se solo dovesse applicarcisi seriamente. Ovviamente, tanto per cambiare, anch’Ella ha una predilezione per le immutabili consuetudini amministrative.

Per tornare al nostro caso, è la mancanza di riscontri palesi su una iniziativa che deve pur aver avuto il suo costo a carico delle pubbliche finanze,  che mi turba non poco. L’assenza sulla stampa estera, in particolare su quella gastronomica, della più modesta eco di tanto attivismo, la dice lunga su una operazione di marketing che, oltre che per intuibile dispendiosità, si è distinta per l’improvvisazione e l’incompetenza della compagine che la conduce.

Per proporsi ai mercati mondiali ci vuole ben altro che l’apparizione sui giornali a diffusione regionale (presso i quali peraltro non sembrano mancarLe solide amicizie, vista la pubblicità gratuita della quale, da così lungo tempo, beneficia la sua immagine, in barba al garante di ogni trasparenza, soprattutto in termini di “par condicio”). Bisogna comunque riconoscere  la Sua abilità veramente ammirevole, soprattutto per la lungimiranza nell’organizzare una campagna elettorale con tanto anticipo. Il Suo sorriso, infatti, si è rivelato straordinariamente memorizzato da una gran folla di elettori. E poi, c’è il Suo simpatico diminutivo, evocatore di ben altri grandi personaggi, che un certo colore lo fa sempre. Peccato che il risultato, sebbene corposo, non sia stato sufficiente per la sua arrampicata,  e per sollevarla dalle Sue angosce. Tornando ai riscontri più seri, Le faccio presente che nel campo del marketing - dove la formazione qualificata della concorrenza è di gran lunga altra cosa che quella dei suoi volenterosi funzionari - con l’improvvisazione non si va molto lontano. Le carenze dei Suoi collaboratori  nei rapporti  con il mondo produttivo sono di una notevole gravità, tant’è che io stesso glieLe ho segnalate con una missiva personale. Non avevo considerato che Ella, invece, in omaggio al senso pratico, “de minimis non curat”.

Orbene, promuovere i prodotti non significa solamente andare in giro per il mondo, non ci è dato sapere quanto dispendiosamente, significa anche garantirsi il giusto riscontro, adeguato all’investimento, grazie a tutto un insieme di iniziative nell’ambito di un team di teste pensanti e ad un certo tipo di lavoro che non può essere frutto di banali allestimenti all’insegna dell’ “embrassons nous”. In mancanza di una pianificazione rigorosamente professionale, i risultati non possono essere altro che quelli che sono sotto i nostri occhi; non dissimili, in fondo, da quelli di sempre.

Una cosa è certa: il culto della personalità sulla stampa di casa nostra non aiuta granché le  nostre esportazioni. Gli stock di olio invenduti, assieme a quelli svenduti, pur essendo stato l’ultimo raccolto assai poco generoso, sono l’amaro commento a una politica non certamente accorta e sapiente. Beninteso, non sono io a  lamentarmi, ché, grazie a Dio, seguo vie diverse da quelle che fanno capo al Suo assessorato. Di quel che avviene in altri settori dell’agricoltura non è neanche il caso di parlarne, giusto dei miei limoni le posso dire: parte al macero, parte in beneficenza.

Se devo giudicare dal sonoro <<vaff…>> che mi sono beccato telefonicamente da un’ineffabile anonimo Suo collaboratore ( e di ciò La informai tempestivamente ), mi chiedo come sia possibile un’intesa fra il Suo ufficio e l’utenza.  Questo, tanto per smentire <<il rapporto ottimale con le imprese produttrici>> di cui Ella mena vanto nel suo messaggio elettorale, e < che abbiamo fatto e continueremo a fare insieme>>, dai quali ultimi La prego di escludermi, stante la fragilità delle mie povere forze e il timore di vedermi alla fine appioppare pesi che non mi competono. <>, Ella prosegue. Le sarei molto grato se mi potesse fornire l’elenco di quella specializzata e dei Paesi dove si sono organizzate le manifestazioni. Potrei magari comparare i miei risultati con i Suoi, e potrei richiamarLe, perché no, la collezione degli invidiabili servizi sul mio Olio Verde e sulla mia stessa persona, custoditi nel mio press book, che d’altronde Ella ben conosce.

A questo proposito, ho il piacere di annunciarLe una ulteriore serie, fresca di stampa, di importanti servizi su Olio Verde apparsi nei numeri di maggio-giugno di tre  riviste a diffusione europea: Elle, Annabelle e Schweizer Illustrierte, che vanno ad aggiungersi ai tantissimi altri riconoscimenti, fra i quali, non ultimo, il Gold Trophy, assegnatomi dalla prestigiosa associazione N.A.S.F.T. degli Stati Uniti d’America.

Ovviamente, malgrado l’assenza totale degli incentivi che mi spettano e che dormono negli uffici del Suo assessorato, cosí affollati di specialisti in immobilismo e nella ricerca del pelo nell’uovo. Pensi che quando ho iniziato la lettura della Sua lettera, per un momento mi sono illuso che mi comunicasse il felice esito dell’annosa pratica per il rinnovo del mio frantoio. Ancora a proposito di successi, per l’avvenire La prego di astenersi dall’attribuire a se stesso, seppure velatamente, quelli che sono esclusivi meriti della mia capacità imprenditoriale: mi riferisco a certe Sue dichiarazioni alla stampa, beninteso siciliana, in concomitanza con la Sua escursione statunitense.

Eppure vorrei chiudere questa lettera in positivo, perché la possibilità di fare qualcosa di buono e di veramente utile, magari con un più meritorio ritorno politico-elettorale, deve senz’altro esserci, da qualche parte. Si potrebbe, per esempio, lasciar fare le cose a chi se ne intende, mentre Ella potrebbe ritornare a fare il radiologo, oppure, se proprio ci tiene a fare il politico, potrebbe affrontare, per risolverlo, il serissimo problema dei trasporti delle merci che, per via dei costi insostenibili, penalizzano gravemente il nostro commercio con i mercati del nord, e non solo. Potrebbe inoltre inventarsi qualcosa per proteggere i produttori onesti dai sofisticatori nostrani e dai pachidermi della gastronomia e della frode, contro i quali qualcuno dovrebbe intervenire adeguatamente, non fosse che per stimolare la celebrazione di alcuni processi dei quali si finisce sempre col perdere la memoria.

Che fine ha fatto, per esempio, il procedimento a carico di Nestlé ed Unilever (leggi Sasso e Bertolli), per il famoso scandalo dell’olio di scarti di noccioline turche, abbondantemente diluito in quello extra vergine di oliva, scoperto nella primavera del 1996 in quel di Bari, denunziato dalla stampa tedesca ed ignorato dalla grande stampa di casa nostra, paga di poter vendere pubblicità a profusione proprio agli incriminati? Provi a sentire Ella stessa se ci sono novità, magari attraverso il Suo omologo della Regione Puglia. L’istruttoria avanza, si fa per dire, presso il tribunale di Trani.

Potrebbe aiutare me, per esempio, a trovare la soluzione per dotare di una targa di circolazione il mio automezzo agricolo, dal momento che gli uffici locali della struttura che Ella presiede, hanno preferito rimuovere il problema, abbastanza complicato per via della   mia residenza estera.

Potrebbe ancora aiutarmi, assieme ad altri malcapitati, nella vicenda della legge per la riduzione dei fitofarmaci che, a causa della mancanza di chiarezza della norma, e della confusione che regna nella testa degli addetti agli uffici di cui sopra, ha esposto me e tanti altri ai colpi di mannaia della vostra organizzazione repressiva, per via di banalità normative, legate alle aree dichiarate, delle quali mai nessuno mi aveva informato al momento della sottomissione al disciplinare, peraltro da me rispettato scrupolosamente e ad abundantiam (vedi controlli operati dagli ispettori dell’assessorato) nello spirito che ne ha determinato l’emanazione, pur cosciente di dover sopportare i puntuali danni in termini di mancata produzione.   

È di questi servizi, per cominciare, che ha bisogno l’imprenditoria siciliana. Fatti concreti e assistenza qualificata, al posto di promesse mai mantenute.

Non me ne voglia.

Suo  Gianfranco Becchina
                                                                                                                   Continua… 



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