sabato 6 febbraio 2010

Lettera aperta all'Assessore Cuffaro, 2 novembre 1999 (la seconda)

Alleluia, Signor Assessore,


anche stavolta Ella è stata accontentata. Sarà ancora al Suo posto quando Le sarà dato leggere questa mia. Qualcuno credeva veramente di poter ignorare la volontà di novantamila e passa elettori che Le hanno concesso il loro suffragio e la loro fiducia?
Per questa volta, grazie a Dio, Sansone non ha dovuto ricorrere a soluzioni estreme. Tutti sono comunque avvisati: non si governa senza che le buone poltrone vengano occupate dalle persone che contano. Personalmente, nell’interesse dell’agricoltura siciliana, pregavo che Ella venisse sistemata nel migliore dei modi, purché il più lontano possibile dall’attuale trono. Bando comunque ai rimpianti e occupiamoci adesso di vicende più “terra terra”.

Le avevo promesso un seguito alla mia precedente lettera e mi dolgo del ritardo. Il fatto è che gli argomenti da trattare sono tali e tanti che l’imbarazzo della scelta è davvero inevitabile. E poi interviene anche quella sensazione della ineluttabilità di tante cose, per cui una gran voglia di lasciar perdere prende il sopravvento. Si tratta di fenomeni passeggeri, non si preoccupi. Ci sarà sempre in serbo un guizzo di riscossa.

Ha sentito quel che sta avvenendo ai poveri olivicoltori? vittime sia della climatologia sfavorevole, causa prima della dilatazione dei costi di raccolta, sia della sovrabbondanza del prodotto che non sanno a chi vendere? neanche a vil prezzo, a un prezzo per nulla remunerativo, oltreché dei loro sacrifici, degli investimenti nella coltivazione e nella raccolta? Un disastro! Non avevo forse ragione quando Le dicevo della Sua errata collocazione a capo di un ufficio così vitale per la nostra povera economia? Dove sono gli acquirenti del nostro olio, o delle nostre olive, che Ella è andata a cercare in giro per il mondo? Non Le avevo forse detto che sui mercati esteri, oltreché su quelli nazionali, nessuno se La filava? Guardi quel che avviene nel mio caso invece: quest’anno esporterò un buon venti per cento di olio in più dell’anno passato, esportazione, questa, che a sua volta è stata in progresso rispetto all’anno precedente. Venga a vedere se non ci crede. Qui si fa tutto alla luce del sole. Potrei anche informarLa sulle notevolissime richieste di olio che mi sono pervenute da clienti veramente importanti, ordinativi di entità tale che, ad averli potuto evadere, avrebbero costituito un considerevole aiuto a un ulteriore notevole numero di produttori. Perché Ella non sa, Signor Assessore, che, grazie ai miei successi internazionali, ho potuto pagare le olive da olio ad un prezzo più che generoso, rispetto ai prezzi correnti. E le manifestazioni di gratitudine sono state corali. Non ho potuto invece prendere in considerazione gran parte delle richieste che Le dicevo, per la semplice ragione che non avrei potuto garantire la qualità del prodotto. Come Le ho spiegato altre volte, non ci sono strade da seguire che prescindano da una produzione qualitativamente ineccepibile. I mercati sono zeppi di prodotti scadenti. Purtroppo la struttura molitoria siciliana, a differenza di quella toscana per esempio, non consente di produrre olio di qualità elevata nel momento cruciale della raccolta, quando la richiesta di molitura diventa pressante. Ecco perché io smetto di molire quando gli altri cominciano.

Ma non si preoccupi, Signor Assessore, Ella non è il solo a non capire queste cose, si trova ad essere in ben nutrita e qualificata compagnia. Recentemente, per esempio, nel corso di una manifestazione nel teatro di Castelvetrano, da Lei regolarmente disertata, ne ho sentite di ogni sorta. Le personalità presenti erano importanti, le conclusioni veramente deludenti. E’ vero che più che di programmazione si trattava di rivendicazioni assistenzialistiche, ma le idee costruttive non mi risulta che fossero state bandite: una infinità di strali contro un sottosegratario ministeriale, sicuramente oberato di lavoro, oltreché molto distratto, che ci ha fatto perdere dei notevoli contributi comunitari per pura dimenticanza; le solite invettive contro i poveri napoletani, acquirenti poco entusiasti e pagatori stitici delle nostre olive; tutto il resto come prima. Mi chiedo adesso perché nessuno se la sia presa con Lei a proposito della perdita del contributo. Qualcuno del Suo assessorato, se non Ella stessa, non avrebbe forse dovuto parimenti seguire l’operazione, senza cullarsi sul fatto che toccava anche ad altri occuparsene? Oppure si ignorava una cosa così importante e vitale per i nostri agricoltori? In questo caso, di quali cose più importanti di questa ci si occupa negli uffici del Suo assessorato? Non ho sentito nessuno che La abbia citata come corresponsabile di questa triste vicenda. E’ evidente che Ella è molto rispettata. Il nostro sindaco ha protestato, è vero, ma ha tuonato soltanto contro la Sua assenza. Mi ricordava però un grande parlamentare comunista, Renzo Laconi, lui sì vero uomo politico, grande amico di Velio Spano e maestro di Enrico Berlinguer, oltreché di eloquenza. Costui quando giungeva nelle piazze dei paesi della Sardegna per deliziare l’uditorio con i suoi comizi, accompagnato da Berlinguer che, per sua stessa ammissione, gli portava la borsa, esordiva regolarmente chiamando veementemente in causa i più potenti di turno, dando così l’impressione alla folla che anche costoro stessero ad ascoltarlo, attoniti e pavidi. Il nostro sindaco sapeva sicuramente che in quel momento Ella era in piena trattativa “spartitoria di poltrone” e non poteva occuparsi delle cose per le quali è pagata.

Per tutto ciò che mi riguarda personalmente invece, sono lieto di non essermi dovuto prendere il fastidio, almeno per il momento, di presentare una denuncia penale nei confronti suoi e di quant’altri, ritenendo di poter soprassedere a loro piacimento agli atti dovuti, sono responsabili della mancata evasione della pratica che riguarda il mio futuro frantoio. Questo, grazie al Suo tempismo nel reagire alla mia diffida. I Suoi argomenti saranno vagliati attentamente, glielo assicuro. Forse Ella ignorava che ai cittadini è dovuta la massima attenzione.

Cordialità



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