sabato 6 febbraio 2010

I furti postali

le lettere
I furti postali
Gianfranco Becchina
Trapani

Avviene talvolta di ritrovarsi così attoniti in presenza di certe assurde e non tollerabili disfunzioni dei pubblici servizi, da rinunciare persino a una pur salutare protesta, a una qualsiasi forma liberatoria dalle coronaro-minacce. Peraltro, sarebbe anche difficile decidere con chi prendersela, contro chi protestare, chi maledire.
Poniamo il caso degli sventurati produttori di olio d' oliva, fra i quali ho la malasorte di annoverarmi, che per passione inveterata persistono caparbiamente in una attività sempre più ingrata, alla ricerca di ogni possibilità in grado di rendere remunerativo il loro impegno. Ovviamente, la vendita diretta ai privati, quasi esclusivamente del Nord Italia, rappresenta una fra le poche scelte, se non addirittura la principale, che possa consentire un meno misero ricavo dalle vendite del prodotto. Questa clientela, consapevole dell' eccellenza dell' olio della nostra terra, è in crescita costante, seppur lenta. Le tariffe postali sembrano fatte apposta, nella loro obbiettiva convenienza, per incoraggiare la vendita di piccoli quantitativi. E il look delle confezioni si mostra sempre più accattivante. Tutto sembrerebbe, quindi, ideale per superare l' handicap delle distanze che ci separano dai ricchi mercati, lombardi e piemontesi, onde poter sperare in un futuro meno nero. Se non fosse~ per che cosa? Per quei ladri dal doppio mestiere che fanno sparire gli invii con incredibile protervia. Per l' amministrazione tutta delle Poste che non riesce minimamente ad arginare la criminalità che ha in casa. Per il ministro delle Poste. Per i nostri rappresentanti, sindaci in testa, che nelle loro giornaliere riunioni, pur beneficiando di sostanziosi gettoni di presenza, non si lasciano scomodare da micro faccende di questo genere, ignorando che avrebbero il sacrosanto dovere di protestare fermamente, loro per tutti, contro tanta sconcezza e tanto danno. Per le forze dell' ordine che, pur piazzandole in tutti i buchi, non pensano di inserire cimici e microspie in pacchi-tranello dei quali seguire l' iter fin dentro le cucine dei furfanti. Dipendenti Esa aumenti dovuti Franco Agnese Paolo Sorrentino Sergio Mirabella Cesare Scrivano Cgil, Uil, Ugl e Salmp-Fsi Palermo Alcune considerazioni relative all' articolo pubblicato martedì dal titolo "La scalata degli operai-dirigenti, all' Esa promozioni da record". Il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro dei ministeri, spettante per legge ai dipendenti dell' Esa, è stato un adempimento dovuto. Peraltro tale rinnovo, riconosciuto dalla legge come un diritto essenziale di tutti i lavoratori, avrebbe dovuto esser approvato dal governo regionale già da alcuni anni, stante che si riferisce al periodo contrattuale 2002/2005 già abbondantemente scaduto. Paradossalmente, però, tali ritardi sono stati causati essenzialmente dai comportamenti contro legge tenuti per un certo periodo dall' amministrazione dell' Esa che ha «sponsorizzato», in dissenso con il governo stesso e la maggioranza delle organizzazioni sindacali, le pretese di oltre un centinaio di dipendenti che pretendeva il passaggio dalla carriera direttiva a quella dirigenziale e l' applicazione dei contratti collettivi regionali senza che vi fossero i presupposti di legge. Ciò ha provocato, fra l' altro, un' enorme sequela di contenziosi che hanno causato gravi danni all' erario e ai dipendenti dell' ente che attendevano da anni il rinnovo dei contratti collettivi nazionali spettanti per legge. Adesso con l' approvazione da parte del governo delle ultime tabelle di equiparazione sono cadute le residue speranze di chi riteneva, senza averne diritto, di raddoppiare lo stipendio transitando dalla carriera direttiva a quella dirigenziale regionale sulla scorta di alcune sentenze di primo grado (oggi riformate in appello) costruite su palesi illegittimità e irregolarità amministrative su cui peraltro sta indagando la magistratura. Infatti i contratti collettivi e le tabelle di equiparazione approvate non comportano alcuna promozione e meno che mai alcuna parificazione del trattamento economico e giuridico del personale dell' Esa a quello dell' omologo personale regionale, semmai servono a contenere la spesa pubblica. Tuttavia, esaurita questa fase, si ritiene necessario che si apra al più presto una profonda riflessione sul ruolo dell' Esa e sul trattamento contrattuale dei suoi dipendenti che dovrebbe essere omologato, con apposita legge, al rimanente personale dell' amministrazione regionale anche al fine di consentire un utilizzo più proficuo dello stesso nell' intero comparto regionale. Villa Malfitano e il muro crollato Aldo Scimè Fondazione Whitaker - Palermo Con riferimento all' articolo pubblicato giovedì dal titolo "Parcheggio abusivo a Villa Malfitano", preciso che non è mai esistito nessun parcheggio abusivo, se non nello spazio di 48 ore. Per il muro di cinta crollato, in conseguenza delle violente piogge della scorsa stagione, è stato immediatamente redatto un progetto di ripristino che non è stato approvato dalla competente Soprintendenza con la quale siamo in contatto per concordare la soluzione tecnica più appropriata. Sin da ora dobbiamo però ricordare che il muro di cinta crollato era stato realizzato intorno agli anni Cinquanta con materiali poveri e caratteristiche di provvisorietà, in quanto i confini che delimitano la zona nord-est del parco hanno subito sin da allora notevoli cambiamenti urbanistici, quali ad esempio l' atto di esproprio del Comune di una porzione del terreno in questione per la realizzazione della via Spallitta e ancora la realizzazione dell' edificio sede del liceo Umberto. Allo stato la clinica Torina si è affrettata a sostituire le precedenti transennature con un muretto provvisorio che sarà adeguatamente sostituito con quello che concorderemo con la soprintendenza. Nessun allarme dunque e nessun attentato al verde.



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