sabato 6 febbraio 2010

L' extravergine di Sicilia

le lettere


Serve una legge che tuteli l' ambiente
Massimiliano Lo Biondo
Monreale

Spesso mi chiedo se ancora una volta, al di là dei proclamati propositi elettorali e propagandistici, la Regione Sicilia si appresterà a muoversi sino alla nuova stagione estiva mancante di una nuova e culturale legge di salvaguardia ambientale. Se considero il contrasto tra l' arredo urbano e la bellezza paesaggistica che caratterizza la nostra Isola, purtroppo, mi persuado ulteriormente che, anticipatamente o parimenti alla stesura di una legge, è necessaria anche un' attività che sappia effondere tra la gente la cultura del quieto vivere e del difeso interagire dell' uomo con la natura.
Com' è oggi facilmente riscontrabile nei fatti, regole di moralità e d' autosalvaguardia non hanno dato risposta all' esigenza di una funzionalità ambientale differenziata da quella antropica. Naturalmente in questo caso rientrano anche quelle situazioni di scellerato abusivismo edilizio, proprio lo stesso che ha cagionato ingenti danni idrogeologici, archeologici, artistici, storici, di danneggiamento della flora spontanea. Mi auguro che se mai nascesse una reale volontà di promulgare una legge si tenesse conto anche di queste cose, senza mai dimenticare che occorre discernere quei casi in cui l' abusivismo è il risultato dell' impossibilità economica di onorare la spesa per la regolarizzazione di una umile abitazione da quelli in cui l' abusivismo è frutto di corruzione e malaffare.

L' extravergine di Sicilia
Gianfranco Becchina
Castelvetrano

Lungi da me, dopo aver preso atto delle preoccupazioni che tormentano le più alte cariche del nostro paese, dal Presidente della Repubblica al governatore dell' Istituto di emissione, e non essendo di certo la macrofinanza pane per i miei denti, la presunzione di ritenermi in grado di argomentare tecnicamente sulle cause dell' aggravamento della situazione economica in Italia. Nessun aggancio quindi, malgrado la tentazione, ai recenti scandali, o a quelli che seguiranno, se non per accennare alla possibilità che in fondo il problema è sicuramente antico. Come non pensare infatti che tanta parte del made in Italy in giro per il mondo, su nient' altro riposava all' infuori che su comodi e sostanziosi "Bond"? Forse, a tale proposito, non sarebbe proprio male che qualcuno procedesse a una onesta autocritica, nel momento stesso in cui diffonde i sacrosanti ma tardivi allarmi, ormai impossibili da non lanciare, a meno di inventarsi, a beneficio di qualche nuovo operatore d' assalto, altri marchingegni assimilabili ai "Bond" da scialacquare in nuove improbabili conquiste di mercati. Solamente qualche domanda, alla luce delle mie esperienze alla guida di una società produttrice esportatrice di olio d' oliva di alto posizionamento, che desidero porre a proposito della situazione delle nostre esportazioni, forse troppo eufemisticamente definite in calo. Riflettendo sui risultati deludenti nella commercializzazione dell' olio siciliano autentico, e andando con la memoria all' attività promozionale e coordinatrice delle varie strutture pubbliche, locali e regionali, ormai in atto da troppo tempo perché non se ne traggano le ovvie conseguenze, e più che mai infastidito dal continuo spreco delle pubbliche risorse, mi chiedo se può essere concepibile una gestione ancora una volta politica di un settore delicato e di alta professionalità quale è quello del marketing, affidata a coordinatori che saranno senz' altro delle bravissime persone, ma la cui formazione è lontana mille miglia da quella dei veri esperti del ramo. Ha un senso, quando anche le campagne pubblicitarie terzomondiste vengono portate avanti da fior di specialisti, che agronomi e ingegneri edili di casa nostra continuino ad essere ritenuti idonei organizzatori della promozione dei prodotti siciliani? In base a quali risultati, di grazia? E a quali riscontri positivi nel mondo degli opinionisti della gastronomia? Di tutta evidenza, quella di predisporre statistiche non appare una particolare preoccupazione degli addetti ai lavori, in regione o in periferia.



Nessun commento:

Posta un commento